IL GLUTINE E LA MALATTIA CELIACA

Redatto a cura del Dottor Giuseppe Caula

Gastroenterologo 
Dirigente Medico S.C. Medicina Interna Ospedale Martini ASL TO1  Torino
Laureto in Medicina nel 1993 e Specializzato in Gastroenterologia nel 1998, dallo stesso anno responsabile di Ambulatorio della Celiachia, dapprima presso l’Ospedale Valdese di Torino, dal 2010 presso l’Ospedale Martini ASLTO1 di Torino.
E’ consulente scientifico dell’Associazione Italiana Celiachia
E’ stato membro del comitato scientifico dello studio del Dott. Shaar sullo studio delle Celiachia
Visita in libera professione presso 
Centro diagnostico Fornaca  (CDF) 
Corso Vittorio Emanuele II, 87, 10139 Torino
011 557 4355

CHE COSA E’ IL GLUTINE

Con il termine glutine si intende un complesso  proteico  del frumento, segale, orzo, avena, kamut, spelta, triticale, al  quale i celiaci sono intolleranti.

CHE COSA E’ LA CELIACHIA

Si tratta di una malattia principalmente riguardante l’intestino tenue scatenata dalla ingestione di glutine   in soggetti geneticamente predisposti a  questa malattia.

E’ una malattia che colpisce più frequentemente il sesso femminile; per sviluppare la malattia celiaca risultano necessarie tre condizioni :

  • La predisposizione genetica
  • L’ingestione di cereali contenenti glutine
  • Una serie di fattori definiti come “fattori ambientali “ancora  oggi   non del tutto chiariti che  comprendono, ad esempio, le infezioni, la modalità del parto, la nutrizione  nell’infanzia.

COME SI PUO’ PRESENTARE LA CELIACHIA

Le modalità con cui si può manifestare la malattia celiaca sono estremamente variabili tanto che questa malattia è stata spesso paragona ad una sorta di “camaleonte clinico”.

Esiste una forma di celiachia definita come classica (o tipica), più frequente nel bambino di età inferiore ai 3 anni, che si manifesta con una sintomatologia tipicamente intestinale:  compaiono gradualmente scarso appetito, cambiamento dell’umore, diarrea cronica, arresto/calo di peso e gonfiore  addominale.

Accanto alla celiachia “ tipica” esistono però altre modalità di presentazione, per cui si  parla di “ celiachia atipica” che è caratterizzata da una  sintomatologia intestinale aspecifica (es. dolori addominali ricorrenti, afte in bocca, stitichezza) e/o manifestazioni che non riguardano in modo specifico l’intestino, quali anemia da carenza di ferro resistente alla terapia con ferro per via orale, stanchezza cronica, bassa statura, ritardo (più raramente anticipo) puberale, infertilità, aumento del rischio di  aborto, diminuzione della libido in entrambi i sessi, menopausa  precoce, alterazioni della massa ossea, aumento  delle transaminasi del fegato o alterazioni della  pelle come la dermatite erpetiforme (quest’ultima considerata come la  “celiachia della pelle”).

COME SI DIAGNOSTICA LA CELIACHIA

La celiachia è caratterizzata dalla presenza nel sangue di particolari anticorpi che possono essere evidenziati  da un semplice esame di laboratorio; si tratta degli anticorpi anti transglutaminasi, anticorpi anti  gliadina deaminata (DGP), anticorpi antiendomisio  (EMA).

Gli anticorpi tipici della celiachia vanno ricercati quando il soggetto è a dieta libera, contenente glutine.

In caso di riscontro di positività degli anticorpi  celiaco correlati sarà necessario una conferma  istologica della celiachia valutando lo stato dei villi intestinali; si dovrà pertanto eseguire una Esofagogastroduodenoscopia con multiple biopsie intestinali.

LA DIETA SENZA GLUTINE

Una volta giunti alla diagnosi  di celiachia  la dieta scrupolosa e permanente  priva di glutine è ad oggi l’unico trattamento disponibile  per la malattia celiaca.

I soggetti celiaci devono quindi  evitare cibi a base di grano (compresi farro e spelta), segale ed orzo; inoltre queste persone devono prestare attenzione a tutti quei prodotti alimentari trasformati e/o confezionati, nei quali il glutine viene aggiunto durante i processi industriali come additivo.

I cereali che non contengono glutine, e che quindi sono liberamente permessi, sono mais, riso, sorgo, miglio e teff. Anche gli pseudo-cereali, tra i più diffusi quinoa, grano saraceno e manioca, sono privi di glutine.

La dieta senza glutine  è efficace nel determinare – la scomparsa,  nel soggetto celiaco, dei sintomi e segni dipendenti dalla malattia, – la normalizzazione dei livelli plasmatici degli auto-anticorpi glutine-dipendenti, e – la scomparsa delle lesioni della mucosa duodenale.

COSA NON DEVE ESSERE FATTO

Eseguire una dieta senza glutine “fai da te” “per prova”

COSA NON E’ LA CELIACHIA

Allergia al glutine

L’allergia al glutine ha le caratteristiche di tutte le altre allergie ad alimenti e si presenta spesso con reazioni acute (orticaria, angioedema, asma, dolore addominale con o senza vomito, e diarrea esplosiva, fino a quadri di shock) in stretta correlazione temporale (minuti) con l’ingestione di glutine. Queste forme allergiche sono dimostrabili con i test specifici mediante consulto con uno specialista  allergologo.

La sensibilità al glutine (Gluten sensitivity)

Con il termine NCGS (Sensibilità al Glutine Diversa dalla Celiachia) si definisce una sindrome caratterizzata dalla presenza, in rapporto all’ingestione di alimenti contenenti glutine, di sintomi intestinali ed extra intestinali in pazienti in cui la Malattia Celiaca  e l’Allergia alle proteine del frumento siano già state escluse.

Pazienti con tali caratteristiche sono noti da anni ma è bene premettere che, nonostante un numero crescente di essi riferisca quadri di questo tipo, l’esistenza stessa della sindrome è ancora messa in dubbio da numerosi esperti. Più in particolare, il fatto che i disturbi (quasi tutti soggettivi!) migliorino all’esclusione del glutine e peggiorino alla sua reintroduzione potrebbe essere considerato come legato al ben noto effetto placebo e nocebo delle diete da eliminazione e provocazione.

Tutti, pertanto, concordano sul fatto che i risultati finora ottenuti si riferiscono a pazienti presunti, ma non sicuramente portatori di tale sindrome, e sulla necessità di studi ulteriori e più approfonditi.

Sul piano clinico è fondamentale combattere l’autodiagnosi ed evitare che, il paziente abbia già escluso il glutine prima ancora di un consulto medico. Tale comportamento impedisce l’accertamento di una Malattia Celiaca  vera, con tutte le conseguenze del caso, e rende assolutamente necessaria la riesposizione al glutine. In accordo con la definizione di NCGS, la prima cosa da fare è escludere un’allergia alle proteine del frumento attraverso la valutazione e gli esami consigliati da uno specialista allergologo e, soprattutto, la Malattia Celiaca  attraverso la ricerca degli anticorpi anti-transglutaminasi o endomisio.